Il posto più selvaggio
Un’opera condivisa tra tracce, trame e racconti
Sabato 24 e domenica 25 maggio
Fra Radici e i vicoli, fra le piazze e i marciapiedi, con casualità e con intenzione, incontri relazioni e intrecci.
Per tessere insieme un’opera collettiva che racconti il nostro modo di abitare la città.
“Il posto più selvaggio” non è un luogo preciso, ma una domanda che si apre nel paesaggio e nei corpi che lo attraversano. È uno spazio vuoto, di transito, che accoglie gesti, parole e presenze. A partire da semplici domande – Dov’è per te il posto più selvaggio? Cosa lo rende tale? Cosa senti quando ci sei? – prende forma un’opera collettiva fatta di ascolto e di fili. Chi abita, attraversa o si ferma nei luoghi attivati sarà invitato a rispondere, mentre una traccia del suo corpo verrà cucita su un grande tappeto bianco. Il tempo del cucire è il tempo dell’incontro. La postura scelta per lasciare il segno sarà guidata dal racconto, dal ricordo, da un’intuizione. La mappa che ne nascerà non seguirà coordinate geografiche, ma traccerà traiettorie affettive, storie, visioni. Un archivio vivo di relazioni. “Il posto più selvaggio” è anche un invito a ridisegnare il nostro modo di abitare: a percepire lo spazio come relazione, e il cammino come pratica di conoscenza.
Un gesto corale per riconoscersi nell’altro e lasciarsi trasformare.
L’azione si inserisce nel periodo di residenza di Delfina Stella realizzato nell’ambito del progetto Transiti, sostenuto dal laboratorio di creatività contemporanea e promosso dal Ministero della cultura. Delfina Stella ricercatrice e danzatrice in ambito pedagogico e coreutico, sta svolgendo la prima residenza d’artista fra Palermo e Polizzi Generosa. La sua indagine si interroga su come i linguaggi del corpo e della danza possano essere strumenti di inclusione e valorizzazione delle differenze. Lavorerà sul tema del selvaggio: spazio di ricerca e libertà tra corpo e natura, essere umano e altri mondi viventi.